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🇷🇴🇲🇩 Unionismo in Moldova

La Commissione elettorale di controllo della Repubblica Moldova ha convalidato la partecipazione dell’Alleanza per l’Unione dei Romeni (Aur) alle elezioni parlamentari anticipate dell’11 luglio. I rappresentanti locali della formazione partitica romena sostengono che «la sorpresa di Chişinău sarà superiore a quella di Bucarest». Alle elezioni politiche di dicembre in Romania, Aur ottenne il 9% dei consensi, aggiudicandosi inaspettatamente 33 seggi alla Camera e 14 al Senato.

Perché conta: Aur è un partito ultranazionalista ed euroscettico. Tra gli obiettivi dichiarati ha l’unificazione della Bessarabia alla madrepatria, andando a ripristinare i confini della Grande Romania interbellica. Questo è lampante fin dal simbolo e dal nome adottati: l’emblema “aureo” mostra la Romania con labili confini delimitati da un semicerchio di stelle in corrispondenza dei territori d’oltre Prut e il termine Unirea è parte integrante del nome. Lo scopo della candidatura è quello di diventare il primo partito romeno presente “in entrambi i parlamenti dell’unica nazione”.
La candidatura della lista di estrema destra intimorisce sia il fronte filorusso a Chişinău sia l’esecutivo di Bucarest.
Il primo vede l’ingresso sulla scena politica moldava di un soggetto concorrente dalle visioni radicali, che potrebbe erodere contro-intuitivamente parte del consenso (i delusi e i rumenofoni nostalgici del periodo sovietico). Per questo i vertici dei due partiti filorussi hanno reagito istintivamente con esternazioni rumenofobe o con cartelloni 6×3 bilingui che recitano: «Non diamo il paese agli stranieri».
Il secondo teme che la linea intransigente di Aur possa vanificare i grandi sforzi sostenuti da Bucarest nel corso degli anni per accrescere il consenso alla causa unionista mediante un abile esercizio di soft power. Se oggi il numero dei simpatizzanti di tale scenario in Bessarabia supera il 40%, è frutto di un dispendioso susseguirsi di aiuti finanziari, interventi sanitari, gemellaggi e campagne d’immagine. Uno scatto in avanti estremista potrebbe gettare coni d’ombra sulla politica estera della Romania e indispettire l’Unione Europea.
Non deve stupire che esponenti del governo di Bucarest abbiano preso subito le distanze da questa iniziativa di estrema destra. Il rappresentante speciale per la lotta all’antisemitismo e alla xenofobia Alexandru Muraru si è rivolto ai cittadini e alle autorità moldave mettendole in guardia: «Aur si nutre d’odio e destabilizza la società, finendo per fare gli interessi di forze dell’Est». Alludeva evidentemente alla Federazione Russa.
Come tutte le élite romene, anche i decisori politici di Bucarest bramano intimamente l’Unirea. Ma non possono permettersi di intimidire la minoranza esclusivamente russofona della Bessarabia. Poiché in caso di effettiva fusione fra i due paesi, tale comunità dovrà essere protetta e integrata nella România Mare al pari di tutte le altre minoranze linguistiche.
Non è lotta alla russofobia, ma semplice pragmatismo.

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