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🇵🇱🇺🇦🇲🇩 Tremori nell’Est Europa

La Polonia ha attivato lo stato di emergenza al confine con la Bielorussia. L’Ucraina organizza esercitazioni militari nella regione di Kherson. Il Gruppo operativo di truppe russe (Gotr) in Transnistria si muove all’interno della regione separatista.

Perché conta: I tre fatti, apparentemente slegati tra loro, sono accomunati dall’apprensione per le imminenti esercitazioni russe Zapad-21. Le grandi manovre militari congiunte tra Russia e Bielorussia (10-16 settembre) non sono ancora cominciate, ma già creano scompiglio lungo l’intera fascia continentale tra Mar Baltico e Mar Nero.

Il parlamento di Varsavia ha votato a favore dello stato d’emergenza per i prossimi trenta giorni in alcune aree adiacenti il confine bielorusso, adducendo come motivazione l’artificiosa crisi migratoria favorita dal regime di Aljaksandr Lukašenka. Ma più delle frizioni doganali, il governo di Mateusz Morawiecki teme eventuali iniziative militari ostili dalle Forze armate russe temporaneamente dispiegate nel paese confinante. Di più: il chiacchierato accordo di integrazione tra i due “paesi fraterni” potrebbe consentire a Mosca di schierare in pianta stabile uomini e strumentazione militare a ridosso dei confini orientali della Polonia. L’annunciato trasferimento di 38 mila riservisti a Kaliningrad alimenta ulteriormente tali timori.

Il governo di Kiev ha annunciato lo svolgimento di esercitazioni militari parallele presso il poligono interforze di Yahorlyk (distretto di Skadovsk) nelle immediate vicinanze della Crimea. Mosca ha notificato all’Osce che non le sarà più consentito vigilare i due valichi di frontiera (Donetsk e Gukovo) tra Federazione Russa e Donbas. In assenza di monitoraggio, i rifornimenti bellici alle milizie filorusse potrebbero aumentare. Il luogo prescelto per le esercitazioni parallele di Kiev non è fittizio: secondo l’intelligence ucraina, l’obiettivo strategico primario del Cremlino è il controllo dell’invaso idrico di Kakhovka – alimentato dal fiume Dnepr – essenziale al fabbisogno d’acqua della penisola assetata. La presenza militare nell’area altro non è che un modo per dissuadere la Russia da azioni avventate.

I movimenti del Gotr in Transnistria generano nervosismo perché circa 350 militari con una trentina di blindati hanno abbandonato la loro sede usuale per muoversi di 50 chilometri in territorio de jure moldavo. Ciò può significare una cosa sola: anche i “peacekeeper” russi schierati nella regione separatista parteciperanno a Zapad-21.  La costruzione di trincee e l’installazione di un campo mobile ne avvallano le intenzioni.

Mosca ha già incassato un primo successo da Zapad-21: dimostrare che, quando la Russia flette i muscoli, tutto il vicinato trema.