🇺🇦 Tensione ucraina
Il portavoce del dipartimento della Difesa degli Stati Uniti John Kirby ha chiesto alla Federazione Russa di «chiarire le intenzioni» in riferimento alle «azioni che vuol intraprendere con le Forze armate schierate lungo il confine con l’Ucraina». Il funzionario americano ha altresì precisato la necessità di rispettare gli accordi di Minsk sul cessate-il-fuoco. Gli Usa monitorano «molto, molto attentamente» il dispiegamento massiccio di truppe russe anche in Crimea. Aerei spia americani sono in questi giorni molto attivi nella raccolta di informazioni sia lungo la linea di contatto nel Donbas sia al largo delle coste crimeane.
Perché conta: Le esercitazioni russe sono percepite dalle cancellerie occidentali come un’intimidazione per nulla velata nei confronti di Kiev. Con queste manovre il Cremlino starebbe al contempo ricordando quali sono i reali rapporti di forza nella regione e manifestando una maggiore predisposizione al combattimento rispetto ai partner occidentali dell’Ucraina.
I toni dell’amministrazione Biden non lasciano sperare in un allentamento della pressione alleata sui confini occidentali della Federazione. Di qui la scelta di approntare piani d’attacco implementabili in qualsiasi momento e di mostrare i muscoli tramite il pretesto delle esercitazioni militari. Il ministero della Difesa russo ha annunciato che nel mese di aprile sono programmate 4.048 esercitazioni militari di vario tipo su tutto il territorio della Federazione. Il messaggio politico non risiede tanto nella tipologia delle manovre, ma nella loro capillarità.
L’insistita richiesta del presidente ucraino Volodymyr Zelensky di un ingresso repentino dell’Ucraina nella Nato aumenta le tensioni. Lo scopo dell’ex attore e attuale capo di Stato vuole essere primariamente dissuasivo nei confronti del Cremlino, ma potrebbe al contrario provocarne un’azione preventiva e risoluta. D’altronde Mosca non ha mai accettato l’allargamento della Nato verso est, considerato come una minaccia esistenziale per la Russia.
Se dalle cancellerie occidentali Kiev ottiene poco più che solidarietà verbale, dalla Turchia incassa un sostegno operativo. I famigerati droni Bayraktar Tb2 armati di mini missili Mam (anche in versione termobarica) sono già nelle disponibilità delle forze ucraine e pronti all’offensiva nel Donbas. Non è un caso che parte delle esercitazioni russe lungo i confini orientali dell’Ucraina verta sulla non semplice attività di abbattimento di droni. L’impiego di questi sofisticati e letali armamenti potrebbe dare il pretesto a Mosca per intervenire direttamente nelle repubbliche separatiste di Luhans’k e Donec’k a difesa dei residenti russi, secondo i dettami costituzionali della Federazione.
Il servizio di intelligence ucraino dà per imminente l’occupazione. Secondo l’ex generale statunitense Frederick “Ben” Hodges, «quando i russi installeranno ospedali da campo ai confini ucraini potremo parlare di invasione».