Analisi

La linea rossa della Russia in Bessarabia

Un dono di Putin al presidente moldavo Dodon rimarca l’importanza strategica per la Russia del quadrante nord-occidentale del Mar Nero. Le ambizioni di Ucraina, Romania e Moldova. Si affaccia la Cina.


Durante la sua prima visita ufficiale a Mosca da presidente della Repubblica Moldova, il 17 gennaio, Igor Dodon ha ricevuto in dono da Vladimir Putin una preziosa carta storica — opera del cartografo italiano Bartolomeo Borghi — raffigurante la “Grande Moldova” dopo la guerra russo-turca del 1806–1812, comprendente i territori ad ovest del fiume Dnestr della Moldova romena, della Bessarabia e del Budjak (Ucraina).

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Carta di Bartolomeo Borghi (1750 – 1821)

 

Il dono dello zar Putin nei confronti del voivoda Dodon ha lo scopo di mimare una magnanima concessione del sovrano nei confronti del fedele vassallo.

Il Cremlino invia un elegante e sofisticato messaggio carico di significati e con più destinatari:
1. a Chișinău: “Le ambizioni dei presidenti fedeli a Mosca vengono tutelate e i loro sogni cullati”;
2. a Bucarest: “I territori sulla sponda sinistra del fiume Dnestr sono da sempre una faccenda russa, non romena o moldava”;
3. a Kiev: “Donbas e Crimea non sono i soli territori passibili di rivendicazioni”;
4. ad Ankara: “La storia dimostra che la Russia vince e ricompone ogni scontro/dissidio con la Turchia”;
5. a Roma: “La Russia ha storici legami con l’Italia in ambito culturale”;
6. a Washington: “La Russia è un attore geopolitico responsabile ed è il vero protagonista della regione del…

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