La linea rossa della Russia in Bessarabia
Un dono di Putin al presidente moldavo Dodon rimarca l’importanza strategica per la Russia del quadrante nord-occidentale del Mar Nero. Le ambizioni di Ucraina, Romania e Moldova. Si affaccia la Cina.
Durante la sua prima visita ufficiale a Mosca da presidente della Repubblica Moldova, il 17 gennaio, Igor Dodon ha ricevuto in dono da Vladimir Putin una preziosa carta storica — opera del cartografo italiano Bartolomeo Borghi — raffigurante la “Grande Moldova” dopo la guerra russo-turca del 1806–1812, comprendente i territori ad ovest del fiume Dnestr della Moldova romena, della Bessarabia e del Budjak (Ucraina).

Il dono dello zar Putin nei confronti del voivoda Dodon ha lo scopo di mimare una magnanima concessione del sovrano nei confronti del fedele vassallo.
Il Cremlino invia un elegante e sofisticato messaggio carico di significati e con più destinatari:
1. a Chișinău: “Le ambizioni dei presidenti fedeli a Mosca vengono tutelate e i loro sogni cullati”;
2. a Bucarest: “I territori sulla sponda sinistra del fiume Dnestr sono da sempre una faccenda russa, non romena o moldava”;
3. a Kiev: “Donbas e Crimea non sono i soli territori passibili di rivendicazioni”;
4. ad Ankara: “La storia dimostra che la Russia vince e ricompone ogni scontro/dissidio con la Turchia”;
5. a Roma: “La Russia ha storici legami con l’Italia in ambito culturale”;
6. a Washington: “La Russia è un attore geopolitico responsabile ed è il vero protagonista della regione del…