🗣🇺🇸 Le parole di Biden
In una lunga conferenza stampa (2 ore) in difesa del suo primo anno alla Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden si è lasciato andare a dichiarazioni spiazzanti sia per gli apparati interni sia per le controparti alleate. «La Russia sarà ritenuta responsabile se invaderà l’Ucraina. Ma una cosa è se si tratta di una piccola incursione, e poi finiamo per litigare su cosa fare o non fare eccetera. Altra cosa è se fanno effettivamente ciò che sono in grado con le forze ammassate al confine. Sarebbe un disastro per Mosca. I nostri alleati e partner sono pronti a imporre costi elevati e danni significativi all’economia russa».
Perché conta: Kiev si dice “scioccata” dalle parole del presidente americano, interpretando alcuni passaggi fumosi della conferenza come un via libera all’invasione russa. Una sorta di tradimento, amplificato dalla sciente discriminazione tra alleati e partner di Washington: «Aumenteremo effettivamente la presenza di truppe in Polonia e in Romania, poiché abbiamo nell’articolo 5 un sacro obbligo di difendere quei paesi. Fanno parte della Nato. Non abbiamo questo vincolo rispetto all’Ucraina, anche se siamo molto preoccupati per ciò che sta accadendo». La Casa Bianca si è affrettata a chiarire/correggere che «la risposta sarà veloce, severa e compatta» qualora la Russia varcasse il confine ucraino. Ma la precisazione non rassicura del tutto i funzionari di Kiev, che sospettano ormai un possibile accordo sotterraneo tra Mosca e Washington per la spartizione delle zone di influenza nell’Europa centro-orientale; amity lines (amity ≠ friendship) segrete sull’istmo d’Europa, che escluderebbero fisicamente l’Ucraina dal blocco occidentale.
Se le parole del presidente americano sono di primo acchito agghiaccianti per Kiev, risultano decisamente incendiarie per Mosca. «Militarmente i russi vantano una schiacciante superiorità sull’Ucraina, ma pagheranno un prezzo alto: subito, nel breve, nel medio e nel lungo periodo. In termini di vite umane, il costo di andare in Ucraina sarà pesante, reale e consequenziale», sostiene Biden ricordando di aver «già spedito agli ucraini attrezzature sofisticate e difensive per un valore di oltre 600 milioni di dollari». Il ministro degli Esteri della Russia Sergej Lavrov ha definito tali affermazioni come «destabilizzanti».
Molti commentatori insistono sulla scarsa lucidità di un presidente in calo di consenso interno, ma le parole di Biden potrebbero invero essere uno sfogo di realismo. L’impossibilità di intervenire militarmente a difesa dell’Ucraina è conclamata sul piano strategico (accerchiamento bellico) e lampante sul piano politico (divergenze nella Nato). La pungente replica del presidente ucraino Volodymyr Zelensky suona come un’ostentazione di (finta) calma, una disperata esortazione e un atto d’accusa all’Occidente: «L’Ucraina è pronta a difendersi anche da sola, per dignità e onore».