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🇹🇷🇧🇾 La Turchia per la Bielorussia

Secondo fonti autorevoli, la Turchia avrebbe fatto pressioni affinché ogni riferimento a nuove sanzioni occidentali verso la Bielorussia fosse escluso dal comunicato ufficiale della Nato relativo al recente dirottamento del volo Ryanair Fr4978. Dunque contraddicendo il segretario generale Jens Stoltenberg, che aveva definito l’atto voluto dal presidente Aljaksandr Lukašėnka (compreso l’arresto del dissidente Roman Protasevič) come «oltraggioso».

Perché conta: Non è la prima volta che Ankara si smarca dalle posizioni ufficiali dell’Alleanza Atlantica. Lo ha fatto con le trattative per la compravendita di batterie russe S400 – non compatibili con il sistema di difesa aerea della Nato – e mettendo in discussione a più riprese la presenza di militari statunitensi sul proprio territorio (base di İncirlik in primis). Oggi la diplomazia turca insiste per l’adozione di misure blande verso la Bielorussia per almeno tre ragioni.
Primo, l’entourage del “sultano” Erdoğan teme che le misure punitive verso le aziende e i funzionari vicini al “padre venerato” Lukašėnka possano essere replicate anche nei confronti di imprese turche. Gli arresti di massa (e di giornalisti) non riguardano infatti solo l’ex repubblica sovietica. Per il presidente turco è meglio non comporre un precedente.
Secondo, non sospendendo i voli di linea quotidiani Turkish Airlines da e per Minsk, Ankara strizza l’occhio a Mosca (e ai turisti russi). E spera che la Federazione non intralci logisticamente i ricchi viaggi estivi verso l’Anatolia, comunque triangolabili mediante scali bielorussi.
Terzo, l’ondivaga sovrana degli Stretti cerca spregiudicatamente di ritagliarsi il ruolo di ago della bilancia nel confronto fra Washington e Mosca. Approvando la vendita di ventiquattro droni di fabbricazione turca Bayraktar Tb2 alla russofoba Polonia, ma contraddicendola pochi giorni dopo sulle sanzioni alla Bielorussia, rimarca il proprio ruolo di perno irrinunciabile nell’arco di contenimento anti-russo. E individua costantemente nuovi margini di lucro geopolitico. La Turchia supporta talvolta gli Stati Uniti talvolta la Russia, ma sempre se stessa.

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