La (non) premier della Romania
Limes pubblica nella rassegna geopolitica quotidiana IL MONDO OGGI un mio commento sulle consultazioni per la formazione di un nuovo governo in Romania: Sevil Shhaideh potrebbe essere la nuova premier. Link
In questi giorni a Palazzo Cotroceni in Bucarest si tengono le consultazioni per la formazione del nuovo esecutivo. Il Partito social-democratico (Psd) – ampiamente vittorioso alle elezioni parlamentari dell’11 dicembre – ha proposto al Presidente della Repubblica Klaus Iohannis il nome di Sevil Shhaideh a ricoprire il ruolo di “prima ministra”.
Il capo dello Stato, dal canto suo, ha rinviato la nomina a dopo Natale. Nei giorni scorsi si è consumato uno scontro frontale tra il leader socialdemocratico – Liviu Dragnea, impossibilitato a ricoprire ruoli di governo a causa di una condanna penale pendente – e il rivale politico Iohannis, costretto a declinare la proposta di una sua nomina a capo dell’esecutivo nel completo e rigoroso rispetto della legge.

Il navigato leader del Psd ha dunque optato per il sostegno ad una persona dalla comprovata fiducia e dall’impeccabile reputazione: Sevil Shhaideh, di cui egli è naş (padrino/testimone di nozze).
Shhaideh, musulmana e di origine tatara, è stata ministro allo Sviluppo regionale sotto il governo Ponta (Psd), vanta un’esperienza più che decennale nell’amministrazione locale e possiede competenze informatiche ottimali per la digitalizzazione della cosa pubblica – qualità preziosa nella lotta alla corruzione.
Le opposizioni accusano Dragnea di voler sostenere un premier-marionetta, il quale ricopra temporaneamente il ruolo fino a quando gli impedimenti legislativi alla sua nomina vengano completamente rimossi. Nel frattempo l’avvocato del Popolo Victor Ciorbea contesterebbe di fronte alla Corte costituzionale l’articolo di legge che interdice a Dragnea la possibilità di essere primo ministro.
Qualora la norma fosse dichiarata incostituzionale, Sevil Shheideh si dimetterebbe per cedere la poltrona entro aprile al proprio leader di partito. Lo stesso Iohannis non avrebbe modo di opporsi all’assegnazione della carica a Dragnea.
Gli analisti politici e media locali – più attenti all’origine etnica, alla professione religiosa e ai legami amicali del premier in pectore – sottovalutano che l’irreprensibile Shheideh può affermarsi nella nuova carica e stringere con mano ferma il timone di governo.
L’esecutivo Shhaideh non muterebbe in alcun modo i vettori della politica estera di Bucarest, ma potrebbe contare su un ottimo biglietto da visita per migliorare ulteriormente i rapporti con Ankara, con i tatari di Crimea e (forse) con la comunità gagauza della Repubblica Moldova.
I suoi pregressi politico/amministrativi nella provincia di Costanza potrebbero rivelarsi preziosi nell’organizzazione delle future politiche navali romene.