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🇺🇦 L’Ucraina si mobilita

In Ucraina è entrata in vigore la legge sulla “resistenza nazionale”. Kiev arruolerà circa 11 mila nuovi soldati, portando l’ammontare totale delle truppe a 261 mila unità. Un numero consistente di queste (30 mila circa) è impegnato sul fronte del Donbas, che dal 2014 ha causato circa 14 mila morti.

Perché conta: I due provvedimenti parlamentari (ddl n° 5557 e n° 5558) firmati dal presidente Volodymyr Zelensky si ispirano al concetto di “difesa totale” sviluppato in Svezia durante la guerra fredda e rispolverato dal paese scandinavo nel 2018. Ma il contesto baltico della strategia di resistenza è ben differente da quello nel Mar Nero. La secolare contrapposizione svedese alla Russia non può essere riscontrata nel conteso paese slavo. La prima ha sempre goduto di totale autonomia, sviluppando un discreto amor patrio; la seconda ha storicamente subito le pressioni di Mosca, rimanendo a lei inestricabilmente legata anche sul piano culturale. È dunque più facile instillare volontà al combattimento senza quartiere – assai improbabile – in una nazione in pace (Svezia), che non dubita dell’alterità valoriale del nemico vicino ma non confinante (Russia). Più complicato è convincere una popolazione stanca della guerra (Ucraina), che nell’avversario da debellare rivede molto di sé stessa. Il concetto di difesa totale di matrice svedese è difficilmente applicabile all’Ucraina. L’errore è concettuale prima ancora che strategico.

L’arruolamento d’un numero poco significativo di militari – tra l’altro non pronti al combattimento – comporta l’assunzione di oneri fiscali e rischi militari a fronte di limitatissimi benefici politici. Permette allo Stato di alleviare le sofferenze economiche e occupazionali della popolazione con limitati ritorni elettorali, ma sprona il guardingo avversario russo a rischierare in modo più che simmetrico le truppe lungo i confini orientali dell’Ucraina. Coscrivere nuovi cittadini può tranquillizzare il nuovo capo di Stato maggiore Valery Zaluzhny e riscontrare compiacimento tra i partner occidentali in vista di una più ampia riforma delle Forze armate, ma non azzera le vulnerabilità strategiche della grande piana ucraina. Anzi, ne aumenta l’esposizione umana.

Queste misure vengono prese dalle autorità di Kiev nella piena consapevolezza della loro insufficienza. Ciò affossa il morale già basso degli uomini (e delle loro famiglie) implicati nei combattimenti. Stamattina, un veterano della guerra del Donbas ha fatto irruzione nell’edificio del Gabinetto dei ministri, impugnando una granata e minacciando la deflagrazione. Non vi sono state né vittime né feriti e si tratta di un caso isolato – indicativo però della tensione che pervade le Forze armate e la società ucraina.

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