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Il vertice B9 della Nato

Lunedì 10 maggio si è svolto a Bucarest il vertice dei nove paesi che costituiscono il fianco orientale della Nato (Formato Bucarest, B9). Nella capitale romena si sono incontrati i presidenti co-organizzatori di Polonia e Romania: Andrzej Duda e Klaus Iohannis. In videoconferenza, oltre ai capi di Stato e di governo degli altri paesi membri (Estonia, Lettonia, Lituania, Cechia, Slovacchia, Ungheria, Bulgaria), hanno partecipato anche il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, il segretario di Stato Usa Antony Blinken e il presidente americano Joe Biden.

Perché conta: Il vertice non-periodico (in precedenza: Bucarest 2015, Varsavia 2018, Kosice 2019) si svolge in un contesto di alta tensione tra Stati Uniti e Russia, specialmente agli occhi dei paesi periferici dell’Alleanza Atlantica. Sono state in particolare le ultime frizioni tra Washington e Mosca a spingere Polonia e Romania, i due bastioni orientali della Nato, a organizzare la conferenza con l’obiettivo di compattare gli alleati e delineare un approccio comune alla Russia. La partecipazione di Biden e Blinken testimonia il rapporto speciale che lega l’amministrazione americana alla “Nuova Europa”, considerata cruciale per il contenimento dei russi. Gli investimenti della superpotenza nello scudo antimissile in via di attivazione fra Polonia (Redzikowo) e Romania (Deveselu) sono eloquenti. Entrambi i paesi sono i più ricettivi alle esigenze strategiche degli Stati Uniti, nella consapevolezza che il loro impegno sarà ripagato. Per questo Varsavia e Bucarest convergono sull’esigenza di approfondire il loro partenariato strategico negli anni a venire. Tra i tanti progetti infrastrutturali su cui collaborare, svettano la linea ferroviaria a uso duale da Danzica a Costanza e l’autostrada paneuropea Via Carpathia. Sul piano strettamente militare, invece, la collaborazione è sancita dall’odierna visita dei due presidenti alle esercitazioni congiunte Justice Sword 21 a Smârdan, nei pressi dei confini con Moldova e Ucraina. Si tratta di un evento che enfatizza il centenario dell’alleanza difensiva stipulata tra la Romania e la Polonia nel 1921. 
Tutti i partecipanti al vertice Nato si sono detti preoccupati per la situazione in Ucraina e disposti a fare la propria parte per contenere l’assertività russa. Le slave Cechia e Bulgaria, un tempo più morbide, hanno posto l’accento sugli atti di spionaggio e di sabotaggio (non dimostrati) orchestrati dall’intelligence militare della Federazione Russa ai danni dei paesi centro-orientali del continente europeo. Musica per le orecchie di Biden, che vede accolta la propria agenda geopolitica alla vigilia del cruciale summit Nato di giugno. E del vociferato incontro con Putin.

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