🗳🇲🇩 Elezioni anticipate in Moldova
La presidente della Moldova Maia Sandu ha sciolto il parlamento, indicando l’11 luglio come giorno delle elezioni anticipate.
Perché conta: La decisione è giunta a seguito di un lungo tira e molla tra la presidenza europeista e la maggioranza, parzialmente russofila. Il capo dello Stato, i cui poteri sono poco più che cerimoniali, ha dovuto interpellare la Corte costituzionale per poter sciogliere l’assemblea monocamerale.
Poiché la legislatura era completamente inattiva, con enormi rischi per la nazione, la consulta ha ritenuto opportuno intestarle tale potere. Il bizzarro sodalizio fra le due forze di maggioranza era finalizzato unicamente a ovviare il ritorno alle urne, foriero di un probabile tracollo elettorale per entrambi i partiti (Partito socialista, Șor). Il timore del voto è tale che la maggioranza stessa ha tentato per ripicca di dimettere illegittimamente alcuni giudici della Corte. Ma in virtù della separazione dei poteri, la facoltà legislativa non può irrompere nel campo giudiziario. Le cancellerie occidentali hanno condannato la tentata usurpazione. La Russia si è limitata a chiedere alla comunità internazionale di non intromettersi nelle faccende interne della piccola repubblica.
Mosca ha scaricato da un pezzo l’ingombrante ex presidente Igor Dodon, considerato inconcludente ed eccessivamente appiccicoso. Il Cremlino non ha mai gradito le continue richieste di sostegno finanziario per la Moldova e per il suo stesso partito. Soprattutto in assenza di concreti vantaggi per la Russia. Il carismatico politico moldavo è tanto “filorusso” quanto “filoturco”. Mendicare in continuazione soldi da spendere poi in lussuose vacanze nella concorrente Turchia risulta particolarmente indigesto alle autorità moscovite.
Ma dietro a questo c’è ben altro. Mosca non nutre più particolari ambizioni in Bessarabia, fazzoletto di terra privo di risorse naturali o industrie di rilievo, la cui comunità russa va assottigliandosi sempre più. Il Cremlino è disposto ad accettare un percorso euroatlantico della piccola nazione, purché i suoi interessi geostrategici nella regione separatista di Transnistria non siano intaccati. La linea rossa corre sulla sponda sinistra del fiume Nistru/Dnestr.
Il fatto che il ministero della Difesa moldavo sia affiancato fino al 2030 da una consigliera statunitense, Karen Bonaby, non suscita preoccupazioni nelle stanze moscovite. Anzi, il gesto di donare a Chişinău 142 mila dosi di vaccino Sputnik-V (60 mila per Tiraspol) in cambio di 322 casse di prezioso vino Cricova è un segno di distensione. Mosca vuole collaborare senza pregiudizi con il futuro governo europeista della Moldova. E ripartire le zone di influenza con gli Stati Uniti.