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🇹🇷🇺🇦 Droni turchi per l’Ucraina

La Marina militare dell’Ucraina ha ricevuto il primo drone (Uav) Bayraktar Tb2, prodotto dall’azienda turca Baykar Technologies. Entro il 2021 Kiev riceverà i restanti quattro Uav hunter-killer del lotto concordato a novembre. I cinque droni destinati alle forze navali si aggiungeranno ai dodici nelle pertinenze delle forze terrestri.

Perché conta: I famigerati droni di produzione turca – già letali in Siraq (2018), Libia (2019), Siria nord-occidentale (2020) e Nagorno-Karabakh (2020) – verranno impiegati per la sorveglianza della zona costiera del Mar Nero e del Mar d’Azov. Dunque nelle immediate vicinanze della Crimea, penisola annessa alla Russia (2014), ma che Kiev continua a ritenere sotto la propria sovranità.

In un contesto di perduranti attriti tra Russia e Ucraina, la compravendita da parte di Kiev di questi sofisticati sistemi d’arma impensierisce il Cremlino. Mosca teme infatti che possano essere impiegati per lo spionaggio direttamente sopra i cieli crimeani, aumentando il rischio di incidenti (abbattimento o bombardamento). In questo caso, la guerra per procura tra Stati Uniti e Russia vedrebbe il coinvolgimento diretto delle forze regolari moscovite, le quali ad aprile si sono esercitate a lungo in simulazioni di neutralizzazione di velivoli proprio a ridosso dei confini ucraini.

Temendo scenari peggiori, due mesi fa il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov aveva intimato alla Turchia di «non alimentare il sentimento militarista» dell’Ucraina. L’omologo turco Mevlüt ÇavuÅŸoÄŸlu aveva risposto caustico che «nessuno dovrebbe sentirsi disturbato dalla vendita di droni all’Ucraina. Questo è commercio. La Turchia non ha mai protestato per la fornitura di missili russi alla Siria».

Il ministero della Difesa ucraino vorrebbe portare nei prossimi anni la flotta di Bayraktar Tb2 a 48 unità.

La consegna dei temibili droni avviene alla vigilia del forum internazionale Piattaforma Crimea, che si terrà il 23 agosto per volere del presidente ucraino Volodymyr Zelesky. L’iniziativa diplomatica è volta a promuovere la reintegrazione della penisola eusina. In quel consesso la Turchia giocherà un ruolo di rilievo, non solo sponsorizzando l’integrità territoriale del vicino settentrionale, ma anche concentrando le attenzioni sulla questione dell’autodeterminazione dei tatari, comunità d’origine turcica.

Seppur tattici, i rapporti tra Ankara e Kiev si stanno vistosamente consolidando. Soprattutto in campo di cooperazione militare. Il paese slavo comprerà quattro corvette Milgem di produzione turca e riceverà assistenza tecnica da Ankara per la ristrutturazione delle forze navali.

Questo potrebbe incrinare ulteriormente i rapporti tra le due rivali potenze eurasiatiche, Russia e Turchia.

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