Chişinău espelle cinque diplomatici russi
Limes pubblica nella rassegna geopolitica quotidiana IL MONDO OGGI un mio commento sull’espulsione di cinque diplomatici russi dalla Repubblica Moldova. Link
Il ministero degli Esteri della Repubblica Moldova ha trasmesso all’ambasciata della Federazione Russa una nota che dichiara cinque diplomatici russi di stanza a Chişinău “persona non grata” e, pertanto, è fatto loro obbligo di lasciare il paese entro 72 ore. La conferma è giunta dallo stesso ambasciatore russo Farit Mukhametshin.
Durante la riunione settimanale del Partito democratico, il premier Pavel Filip ha comunicato che tale decisione è stata presa sulla base di informazioni pervenute dai servizi per l’informazione e la sicurezza (Sis). In considerazione della sensibilità e della segretezza delle informazioni, nel rispetto della procedura standard i nomi dei cinque funzionari russi espulsi non sono stati resi pubblici.
Pare tuttavia che uno di questi sia il vice addetto militare Alexandr Grudin. Lo scorso marzo il Sis lo accusò di aver ottenuto informazioni segrete dall’ex deputato Iurie Bolboceanu, il quale è stato arrestato il 17 marzo scorso e rischia fino a vent’anni di carcere per alto tradimento e spionaggio.
Non si può escludere che Chişinău abbia colpito Grudin per punire il suo superiore addetto militare Igor Dovbnea per i suoi stretti rapporti con gli alti comandi dell’esercito separatista transnistriano e per la sua calorosa partecipazione alle parate militari di Tiraspol.
Filip ha denunciato inoltre una collaborazione molto scarsa con le commissioni rogatorie russe per l’ottenimento della documentazione essenziale per le indagini del caso Laundromat su un vasto schema di riciclaggio di denaro sporco. Accusa inoltre le autorità russe per gli abusi (interrogatori e perquisizioni) di cui sovente i funzionari moldavi sono oggetto negli aeroporti russi.
Secondo il viceministro degli esteri russo Grigori Karasin, l’espulsione dei diplomatici è un attacco dell’esecutivo diretto al nuovo corso politico propugnato dalla presidenza del filorusso Igor Dodon. La portavoce russa Maria Zaharova ha sostenuto che “la situazione è paradossale” e legata al clima politico interno alla piccola repubblica.
Solo dopo le prime reazioni russe, il presidente Dodon ha espresso la propria indignazione definendo l’atto del governo come “rivoltante” e sostenendo che “il diktat proviene da occidente”.
Dopo che solo qualche giorno fa l’Estonia ha espulso due diplomatici russi accusati di spionaggio, Mosca si appresta a rispondere in modo “adeguato e simmetrico” sia a Tallin che a Chişinău provvedendo ad allontanare alcuni funzionari dei due piccoli paesi-estremi dell’Intermarium.