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🇨🇿🇵🇱🇷🇺 Cechia e Polonia contro la Russia

La crisi diplomatica tra Repubblica Ceca e Federazione Russa si inasprisce. Sabato scorso Praga aveva espulso diciotto diplomatici russi con l’accusa di sabotaggio a un deposito di munizioni nel 2014. Nella deflagrazione morirono due persone. Domenica, dopo aver convocato l’ambasciatore boemo Vitezslav Pivonka, Mosca ha risposto espellendo venti diplomatici cechi. Ma la crisi non si è fermata qui: il governo di Praga ha escluso l’azienda pubblica russa Rosatom da una gara di diversi miliardi di euro per la costruzione di nuove unità presso la centrale nucleare di Dukovany (Moravia).

Perché conta: Per la Russia l’iniziativa ceca porta il “marchio di Washington”. Secondo il Cremlino, il gesto della Repubblica Ceca emula servilmente quanto fatto dagli Stati Uniti il 16 marzo, quando il presidente Joe Biden annunciò l’espulsione di una decina di diplomatici moscoviti. Ma se in quell’occasione Mosca rispose simmetricamente espellendo altrettanti funzionari americani, nel caso ceco e polacco il Cremlino ha rincarato leggermente la dose: 20 cechi contro 18 russi; 5 polacchi contro 3 russi. Il messaggio è chiaro: la Federazione tratta alla pari solo con gli Stati Uniti. Il fermo in un locale pubblico del console ucraino a San Pietroburgo Alexander Sosonyuk – accusato di voler ottenere informazioni classificate – dimostra invece che per l’Ucraina non sono riservate neppure le buone maniere.
Il pretesto ceco è alquanto fumoso; così come lo sono quelli avanzati dalla Casa Bianca. Le rotture diplomatiche vanno dunque inserite nel quadro degli attriti tra Russia e Ucraina di queste settimane.
In questo clima sanzionatorio, l’esclusione di Rosatom palesa un ulteriore elemento di apprensione tra le cancellerie mitteleuropee: se la Russia può organizzare con facilità sabotaggi a un arsenale (improbabile), cosa potrebbe fare a delle centrali nucleari in un contesto d’alta tensione?
In corsa per la grande commessa restano la sudcoreana Khnp, la francese Fed e la statunitense Westinghouse. Difficile che le prime due possano spuntarla sull’ultra-sponsorizzata azienda americana. Washington non farà concessioni nell’ambito del nucleare civile sia per questioni connesse allo spionaggio sia per motivi legati alla sicurezza. Come già accaduto in Bulgaria (centrale di Belene), i tecnici russi verranno estromessi permanentemente dal mercato ceco. Lo spazio del Trimarium è ormai appannaggio americano.
Nel frattempo in Polonia si concentrano decine di caccia multiruolo (F-15 e F-16) e aerei cargo (C-130) dell’aeronautica statunitense. Le esercitazioni di tipo Ace (Agile Combat Employment) hanno come scopo dimostrare alla Russia una certa prontezza al combattimento. Se non quella degli alleati minori, almeno quella a stelle e strisce.

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