Bucarest dice di no a Budapest 🇷🇴🇭🇺
Il presidente romeno Klaus Iohannis ha rigettato l’invito del premier ungherese Viktor Orbán a costruire una “nuova Europa Centrale”. L’appello del politico magiaro è avvenuto sabato a Timişoara (Romania) in occasione dello spettacolo Libertate 89, organizzato dal Consiglio Nazionale dei Magiari di Transilvania. Per l’inquilino di Palazzo Cotroceni, “non debbono essere aperte nuove faglie in seno all’Unione Europea”.
Perché conta: Da anni Budapest si fa portavoce dell’esigenza dei paesi di Visegrád (Polonia, Cechia, Slovacchia, Ungheria) di creare strutture politiche ed economiche – addizionali o alternative all’Ue – in grado di garantire un buon grado di sviluppo e di sicurezza militare ai paesi sottoscrittori. Un modo per ovviare alla subalternità economica verso le cancellerie occidentali e al contempo aumentare il potere negoziale verso la Federazione Russa. In questo quadro il carismatico Viktator appoggia ogni iniziativa geopolitica che possa spostare il baricentro mitteleuropeo verso Budapest. Tra queste vi è naturalmente l’Iniziativa dei Tre Mari (Trimarium).
Orbán è consapevole dell’accresciuto ruolo geostrategico della Romania in ambito Nato. Ecco dunque che l’Ungheria inizia a vedere con occhi nuovi lo storico rivale romeno. Per Budapest l’amicizia del paese neolatino è fondamentale per svariate ragioni. L’accesso al corridoio transbalcanico, che attraversa la Romania, è essenziale per un’Ungheria che non vuole approvvigionarsi di gas dalla Germania. Inoltre la Romania controlla in modo sempre più audace i transiti navali sul Danubio essenziali per la logistica ungherese. Come accaduto in estate quando Bucarest ha bloccato il transito di 30 carri armati T-72b3 e 30 blindati da trasporto Brdm-2 provenienti dalla Russia e destinati alla Serbia. Ma soprattutto l’Ungheria cerca di far fronte comune con la Romania nella tutela delle rispettive minoranze etniche in Ucraina (Transcarpazia, Bucovina settentrionale, Budjak): è proprio per questo che la storica retorica nazionalista sui magiari di Transilvania ha subìto un graduale ammorbidimento.
Ma Bucarest non ha alcuna intenzione di tradire gli sforzi della diplomazia romena improntati da anni a una fedele collaborazione sia con Bruxelles sia con Washington. Essenziale per la politica estera romena è innanzitutto procrastinare la divaricazione degli interessi politici tra Nato (Stati Uniti) e Unione Europea, da cui derivano le proprie fortune economiche e securitarie.
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