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⚡🇷🇺 Accuse energetiche alla Russia

Il direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) Fatih Birol ha accusato la Russia di ridurre intenzionalmente per fini politici le forniture di gas verso l’Europa: «I bassi flussi coincidono con l’aumento delle tensioni geopolitiche sull’Ucraina».

Perché conta: Ci vogliono due legni per fare una croce. Accusando un paese non aderente all’organizzazione, il direttore esecutivo della Iea compie a sua volta una strumentalizzazione politica. Ma lo fa da una posizione di debolezza.

Negli ultimi anni le cancellerie occidentali hanno fallacemente ritenuto di potersi relazionare con Mosca su una base di partenza privilegiata. Rinunciando alla sottoscrizione di contratti a lunga scadenza hanno creduto di poter danneggiare l’erario moscovita, la cui voce d’introito principale è proprio l’export di idrocarburi. Nonostante la diversificazione energetica ridotta, aggravata da inefficienti politiche green, l’Europa occidentale ha ritenuto di poter contenere l’assertività russa mediante un protratto ricatto finanziario. Ma è sempre il detentore del bene essenziale a impugnare il coltello dalla parte del manico.

Proprio l’abuso di compravendite a rinnovo annuale è alla base dell’innalzamento del prezzo del gas. Mosca precisa da mesi di aver sempre adempiuto ai contratti a lungo termine e biasima i partner membri della Iea di volersi avvalere di compravendite spot senza la correlata assunzione di rischio. I contratti a breve termine impediscono la pianificazione finanziaria delle aziende energetiche russe e complicano gli investimenti nel settore (ricerca di nuovi giacimenti), trasferendo l’inevitabile aumento dei costi sul cliente finale occidentale.

Nella sua conferenza stampa di fine anno, con un pizzico di sarcasmo il presidente russo Vladimir Putin è stato alquanto chiaro: la Germania sta pompando gas naturale in direzione inversa nel gasdotto Yamal-Europe per rivendere alla Polonia il gas naturale russo comprato a costi ribassati negli anni precedenti; ma in un tubo il gas può correre verso una sola direzione. Dunque – secondo il ragionamento del presidente russo – perché accusare Mosca, che oltremodo ha già riempito il gasdotto baltico Nord Stream 2 in attesa che Berlino si decida ad attivarlo?

Per la diplomazia russa, l’esternazione di Birol avviene non a caso in concomitanza dei negoziati Nato-Russia sugli equilibri strategici. Una plastica rappresentazione del volere di Washington di compattare i satelliti europei contro Mosca, cui si accompagna una chiara strumentalizzazione a fini politici.

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