🇧🇾🇺🇦 Minsk contro Kiev
Il ministro della Difesa della Bielorussia Viktor Khrenin ha annunciato la pianificazione di esercitazioni militari congiunte con la Russia lungo i confini meridionali. Le operazioni con il «principale alleato strategico» si rendono necessarie per «contrastare adeguatamente le nuove minacce emergenti e respingere l’aggressione all’Unione statale». Il presidente Aljaksandr Lukašėnka ha rincarato la dose: «Lo Stato Maggiore deve sempre ricordare in che direzione agiranno questi “bastardi” contro di noi e come reagiremo». Il capo di Stato bielorusso ha inoltre riconosciuto per la prima volta la Crimea come legalmente russa.
Perché conta: I toni incandescenti palesano una tensione preoccupante, mentre le manovre sul terreno rivelano la predisposizione a passare dalle parole ai fatti. La nuova dottrina militare congiunta di Mosca e Minsk, adottata in concomitanza alla sottoscrizione di 28 programmi per l’Unione statale, permette al Cremlino di permeare militarmente il cuneo bielorusso. Con la presenza di ufficiali, istruttori e truppe moscovite al fianco delle Forze armate di Minsk, gli alti comandi militari di Kiev si sentono accerchiati dalla potenza rivale anche a nord.
Secondo il ministro degli Esteri dell’Ucraina Dmytro Kuleba, un’operazione militare potrebbe essere lanciata dal Cremlino «in un batter d’occhio». D’altronde l’intelligence ha intuito che le grandi esercitazioni militari russe del 2021 in prossimità dei confini ucraini – soprattutto Zapad – altro non son state che preposizionamenti di mezzi ed equipaggiamenti militari. Gli uomini atti a manovrarli possono essere trasferiti sul posto in pochi giorni, anche in borghese. Di qui la richiesta alla Nato di adottare misure di deterrenza nei confronti della Russia: «Meglio agire adesso, non dopo».
In un contesto di intenzioni e preoccupazioni rese verbalmente manifeste dai due satelliti di Mosca (Bielorussia) e Washington (Ucraina), la Turchia cerca di ritagliarsi lo spazio di mediatore. Con l’aspro confronto tra le due superpotenze nucleari sullo sfondo, il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan è riuscito negli ultimi anni a spiccare cospicui margini di profitto geopolitico. Con lo stesso approccio tattico, cerca ora di render fruttuose le intese tra Kiev e Ankara nel campo dell’industria bellica – cosa impossibile in caso di prematura aggressione russa.